Ferrata Strobel + Terza Cengia del Pomagagnon

Per domenica 27 ottobre 2019 io e i miei amici Valentina e Davide abbiamo deciso di andare a percorrere la Via ferrata “Michielli Albino Strobel” (detta brevemente Ferrata Strobel), vicino a Cortina d’Ampezzo, con l’intenzione di percorrere anche la Terza Cengia del Pomagagnon (o Sentiero Attrezzato Zumeles), nonostante il cambio dall’ora legale all’ora solare.
La sola Strobel comporta il superamento di circa 950 metri di dislivello, mentre se si vuole percorrere anche la Terza Cengia del Pomagagnon bisogna aggiungere più o meno 450 metri di dislivello (500 se si vuole arrivare fin sulla cima della Punta Erbing), quindi alla fine risultano all’incirca 1400 metri di dislivello. Volendo essere un po’ più precisi ci sarebbe un’altra cinquantina di metri da aggiungere a causa di una piccola perdita di quota lungo la Terza Cengia e di qualche leggera risalita lungo la via del ritorno.
Abbiamo iniziato l’escursione alle 9 quasi in punto e siamo ritornati alla macchina intorno alle 18, percorrendo gli ultimi chilometri con le torce accese (il sole era tramontato alle 17:10). Quindi abbiamo impiegato 9 ore in totale, andando a velocità normale e senza fare una vera e propria pausa pranzo, ma solo le soste necessarie per bere e mangiare qualche barretta.

La Ferrata Strobel

Partiti dalle immediate vicinanze dell’Hotel Fiames siamo arrivati sotto le pareti rocciose del Pomagagnon, vicino a dove è affissa la targa della ferrata, intorno a quota 1600 m s.l.m.. Abbiamo messo il caschetto e ci siamo imbragati, e dopo circa un’ora e dieci minuti dalla partenza dal parcheggio abbiamo raggiunto l’attacco vero e proprio della ferrata, che si trova un centinaio di metri più a sud rispetto alla targa, dopo aver superato qualche gradone roccioso con difficoltà non oltre il primo grado e aver percorso una cengia con pini mughi sul bordo.
Verso mezzogiorno abbiamo raggiunto la cima della Punta Fiames, quota 2240 m. Abbiamo sostato giusto il tempo per ammirare il panorama, mangiucchiare qualcosa e firmare il libro di vetta, ben nascosto in una nicchia al livello dei nostri piedi.
Quindi ci siamo avviati verso la Forcella del Pomagagnon (quota 2178 m) e abbiamo intrapreso la discesa lungo il ripido ghiaione fino ad arrivare al Gravon del Pomagagnon (quota 1801 m), che ormai erano le ore 13. Qui ci siamo fermati qualche minuto per decidere se prendere la via del ritorno o proseguire verso la Terza Cengia, (ri)prendendo in considerazione i tempi che avremmo impiegato per percorrere i vari tratti da questo punto in poi.

Un pinnacolo addossato alla parete rocciosa, visto dalla Ferrata Strobel.
Un pinnacolo addossato alla parete rocciosa.
Un tratto della Ferrata Strobel abbastanza verticale ed esposto.
Un tratto della ferrata Strobel abbastanza verticale ed esposto.
Lo stesso tratto della Ferrata Strobel in una visuale un po' più ampia.
Lo stesso tratto in una visuale un po’ più ampia.
Vista verso le Tofane dalla cima di Punta Fiames, con l'immancabile gracchio alpino affamato in vetta.
Vista dalla cima della Punta Fiames verso le Tofane. Con l’immancabile gracchio alpino affamato in vetta.
Le Pezories e la Croda Rossa d'Ampezzo, viste dal sentiero di rientro dalla Ferrata Strobel, prima di arrivare alla Forcella del Pomagagnon.
Le Pezories e la Croda Rossa d’Ampezzo.
La Croda (de) Longes, vista dal sentiero di rientro dalla Ferrata Strobel, poco prima di arrivare alla Forcella del Pomagagnon.
La Croda (de) Longes (2443 m s.l.m.).

La Terza Cengia del Pomagagnon

Con mia grande soddisfazione i miei compagni di avventura si sono dimostrati determinati a compiere il giro completo. Avevamo ancora abbastanza energia, non eravamo in riserva, e il meteo era perfetto e lo sarebbe rimasto per il resto della giornata. Per cui, dopo aver sostato un quarto d’ora, ci siamo tuffati a capofitto nella seconda parte dell’avventura, curiosissimi di vedere com’era questa Terza Cengia.
La prima parte di questo percorso è molto ripida e franosa, bisogna fare attenzione a non smuovere sassi verso chi segue (alcuni sono belli grossi), e in diversi punti bisogna aiutarsi con le mani (non ci sono cavi all’inizio). Qui abbiamo proceduto a distanza ravvicinata tra di noi, per evitare problemi nel caso in cui un sasso fosse partito e avesse preso velocità.
I tratti attrezzati sono discontinui e presenti dove la cengia si restringe e diventa più esposta.
E comunque il mio pensiero era tutto rivolto ai panorami spettacolari.
Dopo circa un’ora e mezza di salita faticosa siamo pervenuti sulla forcella alla fine del sentiero attrezzato, tra la Croda dei Zestelìs e la Punta Erbing. Sarebbe stato bello salire anche su quest’ultima, ma il tempo a disposizione era molto ristretto.

Una torre sporgente dalle pareti del Pomagagnon, con dietro, sulla sinistra, il Campanile Dimai.
Una torre sporgente dalle pareti del Pomagagnon, con dietro, sulla sinistra, il Campanile Dimai (2310 m s.l.m.).
Il Campanile Dimai, visto dalla parte iniziale della Terza Cengia del Pomagagnon.
Il Campanile Dimai (2310 m s.l.m.), visto dalla parte iniziale della Terza Cengia.
Valentina e Davide sulla Terza Cengia del Pomagagnon, in un tratto sprovvisto di cavo.
Valentina e Davide sulla Terza Cengia del Pomagagnon, in un tratto sprovvisto di cavo.
Le R'Agaroles (o Garolles), le Marmarole (dietro) e le Cime di Marcoira, sulla destra, davanti alle Marmarole, come sono viste dalla Terza Cengia del Pomagagnon.
Le R’Agaroles (o Garolles), le Marmarole (dietro) e le Cime di Marcoira, sulla destra, davanti alle Marmarole.

Il rientro

Quindi ci siamo avviati quasi subito verso la Forcella Zumeles, passando sul versante nord/nord-ovest della catena montuosa del Pomagagnon, lungo un sentiero non numerato, ma comunque segnato. Anche lungo questo sentiero c’era da prestare attenzione, in quanto sono presenti dei passaggi di primo grado sprotetti, che dovevamo affrontare in discesa.
Dopo aver camminato per un’ora, con il gruppo del Monte Cristallo e la Croda Rossa d’Ampezzo sempre in bella vista, siamo finalmente arrivati alla forcella, verso le 15:45.
Un ultimo sguardo alle montagne che stanno a nord e poi via, giù, lungo il sentiero n° 204, che una targhetta fissata su una roccia ci avvisava essere per esperti. E all’incrocio con una stradina carreggiabile abbiamo proseguito su di essa, con il sole che stava tramontando, seguendo le indicazioni dei cartelli e aiutandoci con le mappe che avevamo, fino a ritornare alla macchina, stanchi, ma felici!
E per concludere in bellezza la giornata abbiamo deciso di fermarci a mangiare alla pizzeria Mackenzie di San Vito di Cadore, dove fanno pizze veramente ottime, con la base sottile e croccante, e ben digeribile (cosa non comune).

La Croda Rossa d'Ampezzo vista dai pressi dell'insellatura tra la Croda dei Zestelìs e la Punta Erbing.
La Croda Rossa d’Ampezzo (3146 m s.l.m.), vista dai pressi dell’insellatura tra la Croda dei Zestelìs e la Punta Erbing.
Una parte del gruppo del Cristallo e il foliage dei larici.
Una parte del gruppo del Cristallo e il “foliage” dei larici.
Particolari rocce sporgenti dal terreno viste scendendo dalla Forcella Zumeles.
Scendendo dalla Forcella Zumeles (2072 m s.l.m.).
Una parte delle Crepe de Zumeles, viste dal sentiero CAI n° 204.
Una parte delle Crepe de Zumeles, viste dal sentiero CAI n° 204.
Le crode del Pomagagnon, viste dal sentiero che scende dalla Forcella Zumeles.
Le crode del Pomagagnon, viste dal sentiero che scende dalla Forcella Zumeles.

4 Risposte a “Ferrata Strobel + Terza Cengia del Pomagagnon”

  1. Eccomi, sono venuto a sbirciare, ho letto entrambe le uscite, ma commento questa xché ricordo perfettamente che bella giornata di sole fosse visto che in quel week-end diventavo più vecchio. Diego.

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